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L'Amministrazione Comunale di Calco da tempo opera per il recupero e la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale presente sul suo territorio: gli antichi sentieri che sono ancora usati nelle ampie zone boschive della collina degradante verso Arlate e quelli delle sponde che, partendo dalla piana di Arlate, arrivano al fiume Adda. Negli ultimi anni particolare rilievo è stato dato alla chiesa di Arlate, antico convento delle Monache Cluniacensi, con incontri specifici sulla sua storia.
Le numerose ville padronali sparse per il territorio, alcune delle quali di alto interesse storico culturale, nelle occasioni di aperture o visite al pubblico, trovano nel comune un elemento di supporto logistico organizzativo.
All’interno di questo di questo contesto è stato sviluppato un interessante progetto storico/culturale volto al recupero delle memorie e delle tradizioni locali, con la riscoperta del territorio partendo dalle prime mappe catastali dell'800, che ci ha portato indietro nel tempo a quando la nostra terra faceva parte del Lombardo Veneto ed era sottoposta al catasto Asburgico.
Per svolgere questa ricerca l’Amministrazione Comunale ha incaricato il prof. Luini di riordinare e visionare tutti i documenti catastali presenti nell’archivio, in quanto fonti indispensabili per comprendere le dinamiche e le trasformazioni sociali ed economiche del paese. Sono così emersi importanti elementi di toponomastica del territorio e preziose informazioni sui luoghi, con i loro nomi originali e il loro utilizzo storico, sull'importanza e sull'influenza che hanno avuto nell’ evoluzione del paese, dal 1721, anno della prima mappatura del territorio di Calco e Arlate, fino ai giorni nostri.
Oltre alle motivazioni storico scientifiche questa ricerca ci ha fornito notizie anche su un altro aspetto: conoscere le proprietà dei nuclei famigliari, conoscere i toponimi, le strade di collegamento tra le varie sparse frazioni del Comune e la loro relazione con avvenimenti storici del passato, come la strada acciottolata che da Arlate sale verso la Grugana, chiamata la Riva del Monte e che vide il passaggio delle truppe Austro/Russe dirette a Verderio, dove sostennero la famosa battaglia contro i francesi nel 1799 o come la strada un tempo acciottolata ai piedi della boscosa collina morenica, che da Calco porta in maniera discontinua ad Arlate.
Questo studio ci ha permesso di conoscere e riscoprire le tante cose ormai da noi dimenticate per inseguire l'evoluzione del progresso, ci ha consentito di cogliere le grandi e straordinarie trasformazioni che Calco ha vissuto anche attraverso l’innovazione scientifica. Il felice connubio raggiunto tra storia e nuove tecnologie consente agli appassionati di consultare dati ed attingere informazioni in maniera rapida e semplificata, per una maggior conoscenza del nostro paese nella prospettiva di una costante azione di valorizzazione e tutela del nostro patrimonio storico/ambientale/culturale.
Risaltano così, in modo evidente le caratteristiche territoriali, oltre alla notevole bellezza della valle del fiume Adda, i boschi, le balze i runch, le intense coltivazioni a gelso, gli erbosi prati delle marcite che costeggiano il torrente Bebràa, l’ampia visione panoramica sulla Valle San Martino e sui monti lecchesi che si gode, camminando sui sentieri della Morena, che attraversano buona parte del nostro ondulato territorio tra boschi e prati.
Territorio reso interessante storicamente anche dal fatto che il fiume Adda, oltre che una importante via di comunicazione e trasporto tra il lecchese e il milanese, è stato per circa 350 anni confine di Sato fra la Serenissima Repubblica di Venezia e Ducato di Milano
Auspichiamo, dunque, che questi pezzi di storia possano essere un valido spunto per ulteriori approfondimenti e che altre iniziative culturali sostengano la promozione del nostro Paese. Grazie a questo documento saremo in grado di tornare a “vedere” il nostro territorio così come si era conservato per centinaia di anni prima che, con l’abbandono dell’agricoltura e l’avvento della nuova economia legata all’industria degli anni 60 del XX secolo, il rapido e spesso incontrollato progresso ne cancellasse in molti casi il ricordo e la storia.
IL SINDACO Avv. Stefano Motta